in

Significato di in.

preposizione
  1. Si fonde con l'articolo, o più propr. con le forme arcaiche dell'articolo ello, ella, ecc., dando luogo alle preposizioni articolate nel, nello, nella, nei, negli, nelle ; anticamente si avevano anche le forme disgiunte in lo, ecc.: Cade in la selva (Dante); nel toscano antico, e ancor oggi in qualche dialetto, la forma articolata può essere preceduta dalla forma semplice: in nell'acqua. Dopo parola uscente in vocale, può subire nell'uso parlato, e anticamente anche nella lingua scritta, l'aferesi: che fai tutto il giorno 'n casa?; E 'l sol montava 'n su (Dante).
  2. È il segnale classico del rapporto locativo e indica una immersione (o collocazione) nello spazio o nel tempo, in senso proprio e fig.; dà luogo pertanto al complemento di stato in luogo : una casa in campagna; ha alcuni parenti in Sicilia; non ho nessuna fiducia in quell'uomo; sta in lui decidere; se fossi in voi, respingerei quella proposta; nei suoi piedi (cioè ‘nella sua situazione o condizione’) non esiterei a partire.
  3. Per quanto concerne l'immersione o la collocazione in una dimensione temporale, dà luogo innanzi tutto al complemento di tempo determinato ( sono nato nel 1948 ; le manifestazioni avranno luogo nel mese di maggio ; in autunno molti alberi perdono le foglie ); in passato si usò anche scrivendo le date: in dì trenta di maggio. La ritroviamo, poi, in espressioni che denotano la ‘durata’ o il ‘limite’ di tempo, analizzabili come complementi di tempo continuato : in gioventù non mancava di una certa inventiva; ripasserò in mattinata; ha preparato tre esami in un mese; talvolta in correlazione con la prep. di.
    lo aspettiamo di giorno in giorno
  4. L'immagine dell'immersione può essere sottintesa o ridursi a simbolica, alludendo a uno schema all'interno del quale ci si dispone: essere in due ‘essere all'interno di una comunità di due’ (col risultato di ‘unione’), opposto a essere due che ha il risultato invece di distinguere; trasformarsi in topo ‘entrare all'interno dello schema di un topo’, mentre diventar topo implica sostituzione pura e semplice.
  5. Quando sia l'immagine dell'immersione che quella della collocazione si prestano all'attribuzione di valori modali più che spazio-temporali, in senso proprio o fig., dà luogo ai seguenti complementi.
  6. Sempre dalla base di un rapporto locativo incrociato con valori modali si parte per indicare una ‘consistenza specifica’ ( possedere un capitale in titoli, in terreni ), sottolineata talvolta come assoluta validità, presenza, disponibilità ( in verità, in coscienza, in nome di Dio ), che si nobilitano fino a simboleggiare un superiore rapporto di unione o comunione spirituale ( fratelli in Cristo ).
  7. Seguita da un verbo all'infinito gli conferisce il valore di una proposizione temporale implicita, che sul piano formale equivale a un gerundio: nel dire così, in così dire; nell'ascoltare quelle parole, si alterò profondamente; in antico, la troviamo addirittura, pleonasticamente, premessa alla forma del gerundio.
    Però pur va, e in andando ascolta
  8. Interviene, infine, nella formazione di locuzioni prepositive ( in compagnia di, in seguito a, in virtù di ), avverbiali ( in giù, in su, in fondo, in concreto, in breve, in fretta e furia ), congiuntive ( in quanto che, nel caso che ) e di avverbi veri e propri ( insomma, infatti, invano, invece ).

Lat. in .

preposizione e avverbio
  1. Di chi è bene introdotto in un ambiente o in una cerchia particolare, oppure si è integrato in un certo sistema.
    quello scrittore è molto in nei salotti della capitale
    un locale in

Prefisso negativo e privativo di molte parole, premesso di solito ad aggettivi e sostantivi derivati dal latino ( capace-incapace, capacità-incapacità ), a participi presenti e passati ( coerente-incoerente, compreso-incompreso ), più raramente a sostantivi autonomi ( incolore, inodore ). Di fronte a parola che comincia con l-, m-, r- la n si assimila ( illogico, immortale, irrecuperabile ); davanti a b- e p- si cambia in m ( imbelle, impotente ); resta immutata davanti a s- impura ( instabile, inscusabile ).

Lat. in-, corrispondente al gr. a- privativo.

Prefisso verbale con valore introduttivo (illativo). Serve alla formazione di verbi denominali da aggettivi ( intenerire da tenero ), oppure da sostantivi ( inacetire da aceto ), in alcuni dei quali conserva il valore della prep. lat. in ‘dentro’ ( incarcerare da carcere : “mettere ‘dentro’ il carcere”). Davanti a parole che cominciano per consonante si comporta come il prefisso precedente (vedi in-); solo davanti a parole che cominciano con s- impura tende a ridursi alla semplice i- ( istruire, anziché instruire, ma anche instaurare, installare, più com. di istaurare e istallare ); in alcuni casi le due forme i- e in- danno luogo a una vera e propria distinzione semantica ( inscrivere e iscrivere ).

Lat. in- .

Informazioni su in.

Rottura di sillaba di in in sillabe

in

  • Consiste di 1 sillabe e 2 lettere.
  • in è una parola monosillabico, poiché ha sillaba singola.

Sinonimi per in

Con il significato di con:

con, per, sopra

Traduzione di in

Parole che fanno rima con in.

fedain, Baharain, cincin, dindin, Allein, Pollein, Bahrein, Einstein, Liechtenstein, fin, gin, login, tajin, skin, Stalin, gobelin, zeppelin, Reuchlin, Tallin, Dumoulin, Benin, Lenin, join, pin, lapin, Chopin, spin, rin, tabarin, savarin, teledrin, sin, Wisconsin, gratin, satin, barbotin, martin, Rasputin, vin, kelvin, Darwin, yin, Mazzin, muezzin

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