purè

sostantivo maschile

Passato di patate, o anche di verdure o legumi lessati.

Dal fr. purée (s.f.), der. del fr. antico purer ‘spremere (legumi)’ •seconda metà sec. XVIII .

1. Con valore asseverativo equivale a ‘proprio, davvero, veramente’ ( mi fa pur ridere ; è pur vero ) e soprattutto ad ‘anche’ ( lui è di Firenze e la moglie p. ).
2. Come congiunzione subordinante introduce proposizioni concessive implicite ( pur lavorando, prestava attenzione ); in locc. congiuntive (conservando tuttavia anche il valore avverbiale) introduce proposizioni concessive ( sia p. un delinquente, rimane sempre un uomo ; sia p. colpevole, merita pietà ) o condizionali ( pur che sia pentito, lo assolvo ).

Lat. pure ‘puramente'.

1. Di quanto, risultando esente da qualsiasi mescolanza con elementi estranei, presenta intatte le proprie caratteristiche, costituiscano esse o no motivo di pregio: vino p., acqua p.; oro p., alcol p.; animali di razza p.; estens., può equivalere a ‘limpido’ (le p. acque di un fiume; cielo p.), a ‘fine e salubre’ (l'aria p. della montagna), a ‘gradevole per semplicità ed eleganza’ (i p. contorni di un bassorilievo) o, con riferimento all'uso linguistico, a ‘proprio, corretto, esente da contaminazioni straniere o dialettali’ (parlava la p. lingua francese).
2. Esente da impurità e da peccato dal punto di vista religioso.

   Puro e disposto a salire alle stelle

3. Immune da contaminazioni colpevoli o peccaminose, spesso in quanto contrassegnato da onestà, sincerità, giovane età, talvolta con esplicito riferimento alla castità o alla verginità: giovanetto di vita p., di p. costumi; un amore p.; una fanciulla p.
4. Davanti al nome può assumere il valore di un avverbio di esclusione: dobbiamo portare il p. necessario; ti ho detto la p. verità; talvolta rafforzato da ‘semplice’.

   vorrei saperlo per p. e semplice curiosità

Lat. purum .