piacere

1. Senso di viva soddisfazione, che s'identifica con l'appagamento di appetiti, desideri, aspirazioni: è una notizia che mi fa p.; spesso in frasi di cortesia: che p. vederti così ben ristabilito!; assol., nelle presentazioni.

   “Eugenia Citernesi”. “Piacere!”

2. Motivo di compiacimento, di divertimento, di soddisfazione: i p. dello spirito, della mensa; pregustare i p. delle vacanze; correr dietro ai p.
3. Desiderio, volontà.

   tutti sem presti Al tuo piacer, perché di noi ti gioi

4. La bellezza in quanto suscitatrice di amore.

   Amor, ch'a nullo amato amar perdona, Mi prese del costui piacer sì forte

Sostant. del verbo •sec. XIII.

1. Risultare gradito sul piano sensoriale o intellettuale, aggradare (+ a ): le piace la musica jazz; mi piace il tuo vestito; + compl. predicativo del sogg.: il caffè mi piace amaro; con prop. soggettiva + inf. o + che e cong.

   non le piace studiare

   non mi piace che tu esca da sola la sera

2. Ispirare fiducia, simpatia; garbare (spec. + a ).

   la sua franchezza mi piace

   quel tipo non mi piace

3. Riscuotere favore o consenso (anche + a ).

   mi sei piaciuto quando hai rifiutato la sua proposta

4. Ritenere giusto, preferire (+ a ).

   fa’ pure come più ti piace

   faccio quel che mi pare e piace

5. Rispondere a una norma comportamentale (+ a, con prop. soggettiva + inf. o + che e cong.).

   mi piace alzarmi presto la mattina

   al direttore piace che i suoi assistenti siano in ufficio prima di lui

6. Apparire opportuno e conveniente (+ a, con prop. soggettiva + di e inf. o + che e cong.).

   piacque al senato di dare al console pieni poteri

   piacque al re che la guerra non si fermasse

7. Assecondare (+ a ).

   ma... io non vi piacerò più

1. Trovarsi di proprio gusto.

   da quando vado in palestra mi piaccio molto di più

2. Provare interesse, simpatia, attrazione l'uno per l'altro.

   sembra che quei due si piacciano

Lat. placēre •sec. XIII.