pronuncia

1. La realizzazione dei suoni di una lingua nel parlare: può essere determinata automaticamente da una esatta corrispondenza con i segni alfabetici (per es. tanto non pone problemi di pronuncia), oppure facilitata da norme precise nel caso che i segni non corrispondano (per es. figlio ubbidisce alle norme che indicano la l palatalizzata con gl ) o, al contrario, essere ostacolata da mancanza di segni (per es. nel caso di pèsca come ‘frutto’ con la pronuncia aperta della e e pésca come ‘raccolta di pesci’ con la pronuncia chiusa ); oltre che riferita a singoli suoni, può avere caratteri generali ( p. chiara, spiccata, confusa, precipitosa ), oppure può riferirsi a una comunità linguistica o dialettale ( p. tedesca, inglese ; p. siciliana e toscana ).
2. Nel linguaggio giuridico, la decisione contenuta in una sentenza.

Der. di pronunciare •sec. XIV.

1. Emettere con la voce i suoni di una lingua, articolare: p. una consonante, una vocale; p. bene, male una parola.
2. Dire, proferire.

   non voglio più sentire p. il suo nome

3. Dire pubblicamente o solennemente.

   p. un discorso

   un elogio funebre

4. Annunciare.

   p. una verità

1. Manifestare la propria opinione su qualcosa; dichiararsi (anche + su ).

   non voglio pronunciarmi senza conoscere i fatti

   è difficile p. su una questione così delicata

2. Nel linguaggio giuridico, emettere una sentenza.

   la Corte non si è ancora pronunciata

Dal lat. pronuntiare ‘proclamare, annunciare pubblicamente’, der. di nuntiare ‘annunciare’, col pref. pro- ¹ •sec. XIV.